mercoledì 29 luglio 2009

Il conto del beccaio (and still counting)...

La lista dei caduti uccisi dalla polizia a partire dalla sera delle elezioni è arrivata a 66, a oggi. Ovviamente la lista è incompleta perché riporta solo i morti identificati con un nome. Come vedrete, l'informazione certa è la sessantasettesima vittima.

Ricordo che qualcuno ad un certo punto scrisse che la repressione iraniana ricorda più il G8 di Genova che piazza Tien An Men... Beh, qui sotto c'è un bel piatto pieno di merda, e a costui spetta una porzione da 66 cucchiaiate. Salvo riservargliene qualche mestolata in più tra qualche settimana mano a mano che i conti si fanno più precisi.

In generale il governo ha cercato di centellinare e procrastinare il più possibile la restituzione dei corpi. Spesso sono passati decine di giorni dalla morte prima che venissero restituiti.

La restituizione è quasi sempre avvenuta dietro il rilascio di 3 precise garanzie da parte della famiglia: a) i funerali devono essere tenuti in forma rigorosamente privata, b) nessun discorso o slogan durante la cerimonia, c) la lapide non deve riportare la causa di decesso. Tutto questo risulta confermato da più fonti, nonché dalle dichiarazioni degli stessi famigliari.

Ora la parte più penosa del post: il body-count.

1) Neda Salehi Agha Soltan: 24 anni, impiegata, uccisa il 20 giugno da un colpo d'arma da fuoco. La sua morte è stata ripresa in un famoso filmato.

2) Ashkan Sohrabi: 18 anni, studente. Colpito da arma da fuoco.

3) Bahman Jenabi: 20 anni, operaio in un negozio di manutenzione impianti di riscaldamento. Colpito da arma da fuoco.

4) Hossein Tahmasbi: 25 anni. Durante una manifestazione di protesta a Kermanshah (Kurdistan) viene circondato dalle forze antisommossa e bastonato a morte di fronte un centinaio di testimoni. Morte per trauma cranico.

5) Kianush Asa: studente universitario, età ignota. Arrestato il giorno 15 giugno durante la manifestazione di piazza Azadi a Teheran per riapparire il 25 giugno sul tavolo dell'obitorio col corpo coperto di lividi e fratture. Sepolto nella città di Kermanshah.

6) Mehdì Karami: 25 anni. Ucciso il 15 giugno durante una manifestazione, colpito al collo da arma da fuoco. Sepolto a Mashhad.

7) Mostafà Ghanian: studente universitario. Ucciso da un colpo di arma da fuoco il 15 giugno durante una manifestazione. Sepolto a Yasuj.

8) Mohammad Hossein Barzegar: 25 anni, diploma di istituto professionale. Ucciso il 17 giugno colpito da un proiettile alla testa durante la manifestazione di piazza Hafte Tir. Sepolto dietro rilascio di garanzia da parte della famiglia.

9) Reza Tabatabai: impiegato ragioniere, 30 anni. Colpito da arma da fuoco il 17 giugno e sepolto dietro rilascio di garanzia da parte della famiglia.

10) Iman Hashemi: 27 anni, lavoratore autonomo. Colpito da una pallottola all'occhio il 20 giugno.

11) Parisa Kolli: 25 anni laureata in lettere. Colpita al collo da una pallottola il 20 giugno.

12) Mohsen Haddadi: 24 anni, programmatore. Colpito da una pallottola alla fronte il 20 giugno.

13) Mohammad Nikzadi: 22 anni laureato, ucciso in piazza Vanak il 16 giugno con un colpo d'arma da fuoco al petto.

14) Ali Shahedi: 24 anni. Arrestato il 21 giugno, muore nella caserma di polizia per "ragioni ignote" (medico legale). La famiglia sostiene che è stato ucciso a manganellate.

15) Vahed Akbari: 34 anni, lavoratore autonomo padre di una bambina di 3 anni. Colpito al fianco da una pallottola e ucciso il 20 giugno.

16) Abolfazl Abdollahi: 21 anni elettrotecnico. Ucciso il 20 giugno colpito da un proiettile alla nuca, di fronte all'università.

17) Salar Tahmasbi: studente universitario di Rasht, 27 anni. Ucciso il 20 giugno, colpito alla testa da un proiettile.

18) Fahimeh Salahshur: 25 anni diplomata. Morta il 16 giugno per un trauma cranico riportato in seguito ad una manganellata.

19) Vahid Reza Tabatabai: 27 anni laureato in lingue. Ucciso il 16 giugno da un colpo d'arma da fuoco.

20) Farzad Jashni: residente dell'Elam, si trovava a Teheran per turismo. Il 16 giugno viene ucciso durante una carica dell'antisommossa. Non si sa molto altro.

21) Shalir Khazari: studente universitario fuori sede ucciso il 16 giugno. Sepolto a Piranshahr.

22) Yaqub Barvayeh: 27 anni studente di teatro. Il 25 giugno un cecchino bassij appostatosi sul tetto della moschea Loulagar di Teheran lo colpisce alla testa. Morirà in ospedale. Il corpo è stato sequestrato dalla polizia e dopo 48 ore ne è stata comunicata la sepoltura alla famiglia.

23) Kaveh Alipur: 19 anni. Ucciso da un colpo d'arma da fuoco il 20 giugno. Per restituire il corpo, la polizia avrebbe preteso 3000 dollari per ripagare le pallottole...

24) Said Abbasifar Golchi: 24 anni esercente in un negozio di calzature. Ucciso il 20 giugno colpito da un proiettile.

25) Nasser Amirnejad: 26 anni studente universitario, colpito in piazza Azadi da una caserma di bassij il 20 giugno.

26) Mabina Ehterami: uccisa "all'arma bianca" il 14 giugno durante il raid dei bassij al dormitorio dell'università di Teheran. Sepolta a Behbohan.

27) Fatemeh Barati: uccisa il 14 giugno durante il raid dei bassij al dormitorio dell'università di Teheran.

28) Kasra Sharghi: ucciso il 14 giugno durante il raid dei bassij al dormitorio dell'università di Teheran.

29) Kambiz Sho'ai: ucciso il 14 giugno durante il raid dei bassij al dormitorio dell'università di Teheran.

30) Mohsen Imani: ucciso il 14 giugno durante il raid dei bassij al dormitorio dell'università di Teheran. I corpi di questi 4 studenti non sono stati consegnati alle famiglie. La loro morte è data per certa dai testimoni.

31) Fatemeh Rajabpour: uccisa insieme alla madre il 20 giugno, entrambe colpite da proiettili al fianco e alla gola. Il padre assiste alla morte della figlia e della moglie.

32) Sorur Borumand: madre di Fatemeh Rajabpour.

33) Alireza Eftekhari: 24 anni, giornalista, ucciso il 20 giugno. Il corpo viene consegnato alla famiglia 25 giorni dopo l'uccisione.

34) Ahmad Naim Abadi: ucciso il 15 giugno dai cecchini della caserma bassij 117, in piazza Azadi.

35) Nader Nasseri: ucciso il 20 giugno, sepolto a Babol.

36) Massoud Khosravi: ucciso il 15 giugno in piazza Azadi.

37) Massoud Hashem Zadeh: ucciso vicino a casa il 20 giugno da un colpo d'arma da fuoco. Alla famiglia non è stata consentito inumarlo a Teheran. E' stato sepolto nel villaggio di origine nella regione del Gilan.

38) Iman Namazi: studente, ucciso il 15 giugno di fronte all'università.

39) Salar Ghorbani: 22 anni.

40) Hossein Toufanpur: fermato il 20 giugno durante una manifestazione. Secondo i testimoni gli sono state rotte entrambe le braccia a bastonate, ed infine gli hanno sparato un colpo in testa. Risulta sepolto nel cimitero di Teheran nel loculo 233. La famiglia afferma di aver rifiutato la richiesta di denaro per il riscatto del corpo.

41) Tina Soudi: studentessa uccisa il 20 giugno. La famiglia afferma che la restituzione del corpo sarebbe condizionata ad una loro conferma che la morte sarebbe stata accidentale.

42) Hossein Akhtarzand: ucciso durante una manifestazione ad Isfahan. Era single ma provvedeva alla madre e ai fratelli.

43) Jafar Bruvayeh: universitario ucciso il 28 giugno di fronte al parlamento. Sepolto nella città natìa di Ahvaz con la presenza delle forze di polizia.

44) Hamid Madah Shurcheh: insieme ad un gruppo di altri studenti ha inscenato un sit in di fronte alla moschea di Gouharshad ed è stato arrestato. E' morto a causa di un trauma cramico riportato sotto tortura.

45) Maryam Mehr Azin: 24 anni, uccisa da un colpo di arma da fuoco in via Azadi.

46) Milad Yazdan Panah: 30 anni, ucciso da un colpo di arma da fuoco in via Azadi.

47) Hamed Besharati: 26 anni, ucciso da un colpo di arma da fuoco in via Azadi.

48) Babak Sepehr: 35 anni, ucciso da un colpo di arma da fuoco in via Azadi.

49) Neda Assadi.

50) Amir Kaviri: diplomato al al liceo Tatbighi di Teheran.

51) Farzad Hashti.

52) Amir Toufanpour (da confermare).

53) Mohammad, 12 anni (da confermare)

54) Mahram Chegini Gheshlaghi: 34 anni.

55) Mohammad Hossein Feizi: 24 anni.

56) Ramin Ramezani: 22 anni.

57) Sohrab A'rabi: 19 anni ucciso sotto tortura nel carcere di Evin. Arrestato il 20 giugno. Dopo diverse settimane di ricerca, la madre scopre che si trova nel carcere di Evin. Si presenta con una foto del figlio e sta lì davanti per ore tutti i giorni, come un animale che ha perso i cuccioli e continua ad andare avanti e indietro inutilmente nel posto in cui li ha visti l'ultima volta. Dal carcere continuano a dirle di aspettare, che sarà liberato. Alla fine il procuratore di Teheran, Mortazavi, gran figlio di puttana e torturatore, dichiara la morte del ragazzo e la famiglia viene chiamata per ritirare il corpo. La madre è stata recentemente visitata sia da Karobi, sia da Mousavi, ed è stata sentita anche in consiglio comunale a Teheran.

58) Davud Sadri: 24 anni, ucciso il 15 giugno.

59) Arman Estakhri Pour: ucciso a Shiraz da una manganellata che gli provoca un trauma cranico.

60) Said Esmaili: 23 anni, trauma cranico da manganellata, sepolto nel paese natio nel Turkmenistan iraniano.

61) Mehrdad Heydari: giornalista assassinato a Mashhad dopo un suo articolo estremamente critico contro la pratica delle confessioni sotto tortura.

62) Ali Fathalian: un altro ucciso dai cecchini bassij appostati sul tetto della moschea Loulagar il 25 giugno.

63) Taraneh Mousavi: prelevata da una squadra bassij di fronte alla moschea Qoba durante la manifestazione del 28 giugno. Durante l'arresto viene ripetutamente stuprata, uccisa, e il corpo dato alle fiamme.

64) Hossein Kazemini: 19 anni.

65) Moqazzez (nome ignoto): 27 anni, colpito nell'occhio da un proiettile il giorno 20 giugno.

66) Mohammad Kamrani: tratto in arresto durante una manifestazione, la famiglia lo trova legato al letto di un ospedale, in fin di vita, febbre alta e col corpo pieno di escoriazioni e lividi da bastonata. Riescono a spostarlo in un altro ospedale ma la setticemia lo stronca.

Vi saluto. Ho bisogno di vedere un paio di film comici di fila.

2 commenti:

  1. grazie, ma non posso commentare

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  2. A me in genere fa più impressione quello che si fa ai vivi. Stasera toccherà parlare di Kahrizak, ma tu puoi leggere da sola.

    Ho aggiunto alla lista il blog di Rezayavari, uno che ci è stato da poco e ora sta in Turchia. Ha molto, molto da raccontare.

    Si può chiedere se c'è un senso a raccontare queste cose. C'è. Citando Roberto Saviano, io mi sento in guerra. E non faccio prigionieri.

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