mercoledì 1 luglio 2009

Meditaziopero!

Ovvero meditazione con sciopero.

Leggo sulla pagina FB di Moussavi la convocazione di un'iniziativa nazionale per settimana prossima.

Il 6 luglio secondo il calendario islamico lunare è l'anniversario di morte dell'imam Alì, quarto califfo successore di Maometto e primo dei dodici imam sciiti. Si tratterebbe di una festa nazionale. Normalmente un musulmano sciita particolarmente religioso dedica i due giorni successivi ad un'intensa attività di meditazione e preghiera, talvolta di digiuno, che implicano assenza dal lavoro.

I giorni del 7 e dell'8 luglio non sono giorni di festa. Pertanto uno che desidera seguire la tradizione dovrebbe prendere ferie, che però ottiene senza grosse difficoltà. L'idea che mi sono fatto è che non sia una usanza molto diffusa. Soprattutto visto il progressivo allontanamento dell'iraniano medio dagli usi dell'Islam.

Il "direttivo" (usiamo questo termine chiarirò poi perché) ha perciò deciso di convocare la nazione a questa specie di sciopero-meditazione, che rappresenterebbe l'esplosione di uno spettacolare bisogno mistico assolutamente inusitato e chiaramente motivato da ragioni politiche. La mia impressione è che siamo di fronte alle prove generali dello sciopero generale, scusate la cacofonia. Si tratta di vedere quanto di tutto questo si riuscirà a far arrivare alla "base", e quanto la base stessa deciderà di aderire.

Va detto che questa convocazione non è di Moussavi. Moussavi si trova pesantemente sotto pressione, e riesce a comunicare con i sostenitori solo attraverso comunicati scritti. Dal punto di vista strettamente operativo, è come se fosse agli arresti domiciliari. Appena decidesse di invitare personalmente i sostenitori ad una qualche iniziativa verrebbe con ogni probabilità arrestato per eversione. Come è già successo a tutto il suo staff. La sua pagina FB comunque continua ad essere un luogo in cui si confrontano idee e si comunicano iniziative, con tutti i rischi del caso.

Il comunicato del "direttivo" si conclude suggerendo anche altre forme di lotta permanente: il grido Allahu Akbar di notte sui tetti, scrivere Allahu Akbar oppure "Ya Hossain Mir Hossain" su tutte le banconote, prelievo della somma più alta possibile dai conti correnti bancari accesi presso le banche statali, e boicottaggio di qualunque marca faccia pubblicità sulla TV iraniana.

Mi pare di capire che esista ormai un quartier generale del movimento con sede all'estero, un po' come accadde nel 1978. Per questo parlo di "direttivo". Mi sembra anche che ne faccia parte Mohsen Sazegara che in questo video invita il movimento a partecipare all'iniziativa. Sazegara è un vecchio riformista del primo mandato Khatami, arrestato nel 2003, detenuto per circa sei mesi e poi emigrato in Gran Bretagna per ragioni mediche, dopo la liberazione. Non so come mai, ma gli ex detenuti politici delle prigioni iraniane tendono ad evere sempre un gran bisogno di cure mediche una volta liberati...

Saluti a tutti.

PS: ringrazio tutti per i commenti, appena ho due minuti rispondo pure!

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