venerdì 25 dicembre 2009

Sembra inarrestabile


La stupidità delle dittature:

Quando vedi che quasi un milione di persone sono scese per strada a commemorare l'ayatollah Montazeri a Qom e Najafabad, o leggi che il governo ha dovuto usare la forza per disperdere la folla alla commemorazione del religioso a Zanjan, ti viene facile commentare che il regime si sta sbriciolando.

Insomma Qom è la capitale religiosa del paese, Najafabad e Zanjan sono profonda provincia. Per mesi la propaganda di Ahmadinejad ha sostenuto che sì, Teheran magari è con Mousavi (anche se dai risultati elettorali pubblicati non sembrava...), ma si sa che la capitale è abitata da gente corrotta dal lusso occidentale: bisogna guardare la provincia, il "vero Iran".

Ora, parliamoci chiaro, si tratta dello stesso argomento patetico che usano i repubblicani americani alla Palin: la "vera america" secondo costoro sono i bovari dell'Oklahoma e i trogloditi dello Utah. Insomma chi li vota. Non certo le coste dove - si sa - "regna la corruzione". Insomma la "vera America" corrisponde al 20% della popolazione USA ad essere generosi.

Poi fra l'altro si scopre pure che in quella "vera america" c'è un sacco di gente che ha votato per presidente un democratico nero. E si scopre che a Zanjan, ripeto Zanjan (dio come vorrei che capiste quant'è incredibile!) la gente si fa manganellare e arrestare per celebrare i funerali del singolo ayatollah in assoluto più odiato dal regime.

Sotto un'altra ottica, si può dire che la morte di Montazeri ha dato una forte accelerazione agli eventi. Il regime non prevedeva manifestazioni così massicce per la morte di un religioso che, tutto sommato, non era mai stato difeso dal popolo da vivo. Nessuno lo difese ad esempio quando la sua casa venne attaccata dalle squadracce di Khamenei qualche anno fa, o quando fu messo agli arresti domiciliari. Perché mai avrebbe dovuto - il popolo - partecipare con passione ai suoi funerali? Semplice, coglione, perché il popolo oggi ti odia!

Così viene a galla l'intima stupidità delle dittature. Le dittature sono fatte da gente che non si informa per prendere decisioni giuste: al contrario prende delle decisioni, e poi cerca di trovare elementi che la avvallino a posteriori. Le dittature sono fatte da gente che non si consulta, ma che si parla addosso solo per darsi reciprocamente ragione.

Le decisioni delle dittature sono roba tarata, come i figli di gente che si sposa tra parenti di sangue da generazioni. Così la dittatura commette errori stupidi: titolare un giornale "Montazeri è morto", senza cioè mettere l'appellativo "Grande Ayatollah", con un intento puramente offensivo, è un errore stupido. Lo stesso errore peraltro che fece cadere lo Shah.

Mandare delle condoglianze dicendo "mi sei stato avversario, ma spero lo stesso che Dio ti perdonerà per questo" è un errore molto stupido.

Una sedicente "repubblica islamica" che disperde con la forza il corteo funebre di un "Marjà" sciita di importanza internazionale, che gli vieta l'accesso alla moschea, il tutto a Zanjan e due giorni prima dell'Ashura, fa l'errore più stupido del mondo.

Senza questi errori stupidi non ci sarebbero le rivoluzioni. Ma senza questi errori stupidi il regime non sarebbe una dittatura.

Scaricato dai fedeli alleati libanesi:

Gira voce che il governo iraniano abbia chiesto all'Hezbollah libanese una specie di "azione diversiva" contro Israele e che si sia sentito rispondere con una pernacchia.

Ora, va da sé che nell'ottica stupida di una dittatura, e in quella particolarmente stupida di questa, la rivolta in Iran è opera di Israele e perciò "vediamo di attaccarli a casa loro". Oppure quanto meno poteva essere un tentativo di distogliere l'attenzione mediatica dall'Iran.

Ma non ha funzionato. Primo perché la rivolta in Iran non è opera di Israele (e viene il forte dubbio che questa gente sia ormai talmente cretina da credere lei stessa alle balle che fa scrivere ai suoi giornali). Secondo perché l'Hezbollah non ha affatto voglia di scatenare un nuovo conflitto per salvare Ahmadinejad.

Insomma, secondo questa voce, le foto dei militanti libanesi usati in Iran per reprimere le manifestazioni popolari avrebbero fatto particolarmente impressione in Libano, erodendo pesantemente consensi e appoggi politici all'Hezbollah. Nasrallah non è un cretino: sa che il suo futuro politico in Libano è legato al fatto di essere considerato tutto sommato una forza di liberazione nazionale, e ci sta che non abbia voglia di giocarsi tutto.

Tagliata la via della ritirata?

Qualche analista ritiene che le operazioni squadriste messe in atto contro la casa di Montazeri e di Sanei a Qom all'indomani dei funerali, o i duri scontri a Isfahan e Zanjan, siano in realtà un tentativo dei militari di tagliare qualunque via del ritorno a Khamenei.

Sembrerebbe cioè che il vecchio sia particolarmente incazzato coi suoi, in particolare per il fatto che il governo continua a promettergli ordine senza riuscirci. Questo aprirebbe la possibilità che decida di dare Ahmadinejad in pasto al popolo pur di salvare se stesso e la famiglia. Percorrere una sorta di "soluzione cilena" insomma.

Non bisogna essere estremisti. Non si tratterebbe di una mezza vittoria per il movimento, ma di una delle vittorie possibili. Se passa anche una sola volta il principio che il Leader si deve piegare al volere del popolo, crolla l'intera implcatura ideologica del "Velayate Faqih": l'istituzione del "Leader della rivoluzione" di conseguenza perderebbe comunque qualunque connotazione politica, e ne resterebbe soltanto l'aspetto rappresentativo. Come la monarchia britannica.

Qualche paragone col passato:

Il che mi porta a fare una piccola lezioncina di patria storia. Spesso si è confrontato la situazione politica attuale con quella del tardo periodo dello Shah. In qualche modo il paragone è interessante, ma tutto sommato scorretto.

Il paragone più corretto va fatto con la Rivoluzione Costituzionale e, in particolare, con il periodo denominato "Tirannia Minore".

Nel 1906 dopo una lunga stagione di lotte il popolo ottiene la Carta Costituzionale, firmata dal re Mozaffarar ad-din Shah. Si insedia così il primo parlamento, segnando la fine della "tirannia maggiore", cioè della monarchia assoluta.

Dopo la morte di Mozaffarar ad-din Shah è incoronato re Mohammad Ali Shah. Costui, con l'aiuto dell'artiglieria zarista, sopprime il parlamento e restaura la monarchia assoluta, ma regnerà per soli tre anni alla fine dei quali sarà costretto a fuggire all'estero. Questi tre anni sono detti "tirannia minore".

La somiglianza consisterebbe nel fatto che, in entrambi i casi, la carta costituzionale è stata tradita dall'istituzione che aveva il dovere di farla rispettare nella lettera e nello spirito: nel primo caso il monarca, nel secondo caso la "Guida".

Alla prossima.

2 commenti:

  1. Ciao Ara! È sempre un piacere leggere le tue considerazioni razionali. Sono d’ accordo praticamente su tutto ciò che dici ma ho da ribattere sul fatto che parli di “stupidità delle dittature”…. A mio avviso dovremmo parlare di stupidità dellA dittaturA. Affermare che tutte le dittature sono stupide, è come dire che tutte le democrazie sono giuste; ritengo sia sicuramente discutibile.
    Anyway, anche se parliamo della dettatura dei mullah, non sono proprio sicuro che sia così stupida come sembri…
    Ciao
    James

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  2. Hai ragionissima - nel senso che sono stato troppo superficiale nell'uso del termine. Vediamo di chiarire.

    Il "dictator" era un'istituzione antichissima del diritto romano repubblicano: in certe situazioni di emergenza il senato eleggeva un "dictator" che poteva decidere e operare con molta più autonomia, in sostanza senza consultare nessuno, perché la situazione lo richiedeva.

    E' importante però notare che il dictator rispondeva a una condizione di assoluta emergenza e, soprattutto, la carica aveva una durata determinata e (almeno in origine) era improrogabile.

    Per me la "democrazia" non è necessariamente quella cosa che tu butti un nome in una scatola, poi dalla scatola saltano fuori Gasparri e Mastella :-)

    Quella è la forma. La sostanza della democrazia è che le persone prendono decisioni consultandosi. La stessa consultazione poi è un'arte non da poco, e bisogna che funzioni bene. Ma qui il discorso di allargherebbe troppo.

    In Afghanistan c'è un'assemblea tradizionale dei capi-clan chiamata "Loya Girga". L'assemblea storicamente era consultata dal re prima di prendere decisioni. Però non è elettiva come un parlamento, ci vanno gli anziani di ogni clan. Per la "tradizione" occidentale non si tratta di democrazia, non è che io mi senta rappresentato da mio nonno. Ma per me (e probabilmente per un afghano) sì.

    Per me la dittatura è tutto sommato l'assenza di consultazione.

    Ora, come in un condominio, è ovvio che se c'è un'urgenza si danno pieni poteri all'amministratore (quindi il "dictator" romano ad esempio, o al re afghano). Ma superata l'urgenza l'assemblea ccondominiale (il "senato" o la "Loya Girga") vuole giustamente sapere cosa si è fatto, fa le pulci all'amministratore e si torna alla gestione ordinaria.

    Il problema è che quando il "dictator" resta in sella anche oltre una reale emergenza, e non si consulta mai perché si "crede" nella sua illuminazione o anche solo in una sua maggiore efficienza, allora viene fuori la stupidità decisionale. Perché il dittatore inizia a circondarsi di persone furbe ma poco sagge, che gli dicono sempre sì per fare carriera.

    La prima vittima di questo andazzo in Iran è proprio Khamenei, più che il paese. Pensa un po': un anno fa la milizia gli avrà detto "imponiti, fai vincere comunque Ahmadinejad, la controlliamo noi la gente". E chi gli diceva così magari si è trovato a capo di questo o quel reggimento di pasdaran, prendendo il posto di chi gli diceva di stare attento a non tirare la corda della pazienza del popolo.

    Magari stasera, chiuso in una caserma per paura del popolo, ha capito la fregatura che si è preso.

    Oppure di sicuro conoscerai quella storia su Mussolini, che si è convinto di avere per le mani una imponente macchina bellica ed è entrato in guerra perché nelle parate gli facevano vedere sempre gli stessi aerei e carri armati "a giro"...

    Allora diciamo che una dittatura diventa stupida quando il dittatore non ha più la presenza di spirito di ascoltare le voci scomode. Così, anche se fosse una persona intelligentissima, prende le decisioni sbagliate perché gli si presenta solo la realtà che lui vuole vedersi presentata.

    Grosso modo intendevo questo.
    Ciao!

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