mercoledì 24 giugno 2009

Di cosa NON si tratta - post ideologico numero 2

Sgomberiamo il campo da qualunque malinteso: il conflitto politico in corso in questo momento in Iran non è un conflitto di classe. La guerra civile in Spagna: quella è stata un conflitto di classe. La guerra d'indipendenza dell'Algeria è stata un conflitto di classe, di tipo coloniale. La guerra di secessione americana invece non è stata un conflitto di classe: ha semplicemente visto a confronto due borghesie. Una più arcaica, una più moderna. E in quell'occasione ha vinto la più moderna.

Per capire meglio, vediamo di analizzare la struttura delle classi sociali iraniane per poter eventualmente identificare le loro tendenze nel conflitto in corso. L'Iran non è più un paese agricolo. Anche se un terzo della popolazione vive ancora della terra, il paese può definirsi industriale e mercantile.

In Iran vi sono certamente due borghesie: una di tipo mercantile (il "bazar") con tendenze più conservatrici, l'altra composta dal ceto medio urbano (professionisti, impiegati, ingegneri, medici) con tendenze più moderne. Anzi il termine corretto sarebbe "post-moderno". Così come esistono due borghesie, di riflesso esistono due "cleri": uno più massimalista e conservatore che fa da riferimento alla borghesia mercantile, l'altro più riformista e moderno che fa da riferimento alla classe media urbana.

Esistono due proletariati. Uno è composto dalla classe lavoratrice qualificata: penso agli operai della Iran Khodro (auto), agli operai del "Shilat" (ittico) a quelli della NIOC (petrolifero). In questo proletariato qualificato è facile trovare quello che un marxista definirebbe "coscienza di classe": capacità di scelte politiche autonome e sindacalizzazione. L'altro proletariato è la forza lavoro non qualificata: operai edili poco istruiti, spesso contadini inurbati da poco. Nessuna coscienza di classe: si lavora per campare e certo non si sciopera mai. Questa parte del proletariato è più sensibile alle politiche populiste dei conservatori.

Esiste poi un immenso "Esercito Industriale di Riserva" (EIR), cioè di disoccupati non qualificati che vivono ai margini delle città, negli slums. Nel mondo capitalista, l'EIR ha la funzione di mantenere basso il costo del lavoro: la massa immensa di persone disposte a lavorare per il pane garantisce che il costo del lavoro non qualificato non superi mai il minimo vitale.

Chi fa parte di questa sfortunata categoria di cittadini, facilmente entra a far parte della classe che Marx definì "lumpenproletariat", ovvero "proletariato straccione". Classe composta da piccoli delinquenti, fuorilegge, puttanieri, spacciatori, ladri di appartamento eccetera. Questa classe, in Iran, fornisce la manovalanza delle milizie squadriste che vengono generalmente usate contro i manifestanti, oppure fa da "comparsa" durante le manifestazioni indette dalla borghesia radical-conservatrice al governo, o infine viene "comprata" durante le elezioni per votare il candidato conservatore, in genere in cambio di un sacco di patate. In altre parole, in questa fase storica il lumpen-proletariato vien utilizzato dalla borghesia conservatrice per "mettere al suo posto" la borghesia moderna.

Ora, come ho già detto altrove, quando una parte della borghesia - tradizionalista, nazionalista, religiosa e conservatrice - usa il lumpen-proletariato per imporre la propria legge su un'altra parte della borghesia e sulla classe operaia, siamo di fronte a una cosa che ha un nome molto preciso: fascismo.

L'ascesa della borghesia conservatrice del bazar come classe principale del paese (non in termini numerici ma di rappresentanza politica) affonda le sue radici nella rivoluzione del 1979. In quell'epoca l'Iran era in una fase drammatica di transizione da economia agricola verso un'economia industriale. Milioni di contadini lasciavano i campi per trasferirsi nelle città, ma il giovane tessuto industriale del paese non era in grado di assorbirli, e costoro andarono a infoltire le fila del sottoproletariato urbano. I cosiddetti "meno abbienti" (مستضعفین), che furono utilizzati dal clero sciita come massa d'urto per rovesciare la monarchia, e che probabilmente pagarono il pegno di sangue più alto nella guerra Iran-Iraq.

Oggi siamo di fronte ad una nuova fase di transizione: il paese si sta muovendo da un'economia industriale verso un'economia post-industriale. La borghesia istruita, il ceto medio urbano, quello che ha "una donna, un lavoro, una casa, e il cesso col bidé", aumenta numericamente e chiede potere. La parte riformista del sistema iraniano è una risposta politica alle esigenze di questa classe sociale in costante ascesa.

Il confronto politico che sta vivendo l'Iran, perciò, è tra due classi borghesi con una differente "agenda politica": una mercantile, e una post moderna. Il proletariato poco qualificato, e soprattutto il sottoproletariato, sono pedine dello scontro. Ma al di là di questo non hanno un peso politico proprio.

Se Ahmadinejad fosse il Lenin iraniano, se l'islamismo radicale fosse il partito del sottoproletariato, allora dopo trent'anni di governo il sottoproletariato non dovrebbe nemmeno più esistere.

Perciò poche balle: dire che Ahmadinejad è più amato dalle classi povere è un maldestro tentativo di dare una veste di conflitto di classe a uno scontro tutto interno alla borghesia iraniana, una parte della quale usa il sottoproletariato per bastonare l'altra.

Certamente, il sottoproletariato predilige la parte che le dà occasionalmente dei soldi. Ma non siamo di fronte ad una situazione che veda proletariato e sottoproletariato lottare contro la classe borghese. Cioè: In Iran non c'è in atto un conflitto di classe.

Domani parleremo del perché il conflitto è esploso proprio ora.

6 commenti:

  1. L'uso del contenuto costa un ringraziamento. Non si fa credito.
    Ho visto solo ora questa scritta: mille grazie, davvero, ti scippando un fracco di roba.

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  2. grazie per il tuo prezioso lavoro, e complimenti. Mi sono permesso di segnalare il tuo blog su Giornalismo Partecipativo
    www.gennarocarotenuto.it

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  3. Un grazie anche dalla Tunisia! aspetterò domani per seguirlo.

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  4. @paola pisi
    Grazie e non ti preoccupare. Non sono interessato a null'altro, tranne la fama e il potere :)

    PS: stavo per andarmene da comedonchisciotte, ho visto il tuo post e gli sto dando un'altra possibilità.

    @Pietro
    Grazie per l'incoraggiamento e per la segnalazione.

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  5. Io da comedonchisciotte ero scappata a gambe levate qualche tempo fa, e, tranne che per l'occasione specifica, non mi passa manco per l'anticamera del cervelletto mettermi a discutere con una banda di pazzi convinti che i campi di sterminio nazisti fossero il club méditerranée, che un occulto complotto ebraico... scusa, giudeo... comandi il mondo e ci uccidano tutti con le scie chimiche, e che le milizie baji - di cui hanno appreso l'esistenza esattamente 3 giorni fa - siano una sorta di suore di madre teresa di calcutta, però più buone. E se uno osa dire di qualcosa di diverso la risposta è una sola "bastardo zionista, savio di sion!!!!" (variante, con me, "bastarda sionisita baathista, ti son finiti i soldi che ti dava l'agente della cia saddam hussein, e ora ti pagano i giudei!!!!!!!!!!!!!!!": questo perchè il mio sito era dedicato originariamente alla guerra irachena, e ho difeso Saddam dalle false accuse che gli erano state rivolte e ho anche evidenziato le innegabili conquiste sociali avvenute sotto il suo governo , senza con ciò ovviamente negare che nell'iraq baathista si verificassero numerose e inaccettabili violazioni dei diritti umani).
    Per quanto riguarda quello che hai scritto sul forum su comedon, come ti ho risposto sono d'accordissimo. Però secondo me c'è anche dell'altro. Faccio un esempio: purtroppo i più fanatici ed esaltati nel spargere disinformazione pro-Ahmadinejad e anti "people of Gucci" sono i siti e i blog palestinesi e pro-palestinesi. Dato che io sono abbastanza impegnata su quel fronte, conosco parecchie di queste persone, e negli ultimi giorni ho avuto accesissime discussioni epistolari, finite assai male. Il livello di malafede, e anche di offesa all'intelligenza altrui, è aldilà di ogni immaginazione: una mia amica è arrivata a rispondermi che non è vero che c'è una censura informativa sull'iran, perchè loro avevano chiesto a un loro amico iraniano un articolo sulla situazione attuale (un velina del ministero dell'interno della repubblica islamica), e quello glielo aveva mandato senza alcun problema: dunque la censura è un'invenzione dei mainstream media per giustificare il fatto che pubblicano le fonti "sioniste" di twitter. Ho controllato chi era il loro amico: bene, è un giornalista che lavora per irib e tehran times: sicuro che quello non lo censurano no. Perfino electronic intifada, che è sempre stato un sito moderato, l'unico articolo che ha pubblicato sull'iran è stato per bastonare i mainstream media, che pubblicano sull'iran "fonti incontrollate" prese da twitter e youtoube, quasi lo facessero per scelta. E per questi la tua analisi, sacrosanta per la sinistra occidentale, non vale più. Alcuni siti palestinesi prendono soldi da hamas, ok, ma intanto solo una minoranza, e poi non credo che meshal gli abbia messo un coltello alla gola obbligandoli a scrivere peana ad ahnmadinejad: potevano limitarsi a stare zitti, tanto più che il sito di hamas non ha scritto proprio nulla sull 'iran: si sono congratulati con ahamdinejad e per il trionfo elettorale, e lì hanno finito. E poi c'è la stragrande maggioranza che non prende soldi soldi da nessuno, e che continua a pubblicare roba che se la leggesse Khamenei direbbe "bravi ragazzi, ma ora datevi una calmata". E questo necessita di un'altra chiave di lettura.

    ciao,

    Paola

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  6. @paola pisi

    Concordo con te, è un postaccio! L'avevo conosciuto un paio di anni fa, forse 3 anni fa. Non mi era sembrato male ma non ero entrato nel merito dei thread sotto le pubblicazioni.

    E ti dirò anche una cosa. Io capisco il palestinese che vive una situazione di conflitto con la violenza di una potenza coloniale sulla sua pelle. Non me la prendo se lui è dalla parte di Ahmadinejad e me lo motiva col fatto che A. lo aiuta. Mi limito a ricordargli come, negli anni '80, l'Hezbollah libanese sparava addosso all'OLP, ma lo capisco.

    Ma in ogni caso un conto è l'uscita dal "mainstream" dell'informazione, altro conto è vedere i fantasmi. E purtroppo su CDC c'è pieno di medium :)

    Ciao.

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