giovedì 18 giugno 2009

Cronaca di una giornata

Fronte legale:

Il Consiglio dei Guardiani, organo costituzionale con poteri paragonabili alla Corte Suprema statunitense, ha emesso un comunicato dopo aver preso in esame i ricorsi dei candidati Moussavi e Karroubi. Il portavoce del Consiglio ha dichiarato in un'intervista la disponibilità del consiglio a procedere ad una riconta dei voti. Di fronte a domanda precisa, ha anche asserito che l'annullamento delle elezioni non è una possibilità remota. Si tratta ovviamente di una vittoria, per quanto piccola. Ma occorre tenere alta la vigilanza e la presenza nelle strade, perché solo la pronta e decisa reazione popolare ha determinato questo corso degli eventi.

Fa un po' schifo che Repubblica faccia titoli sciatti e confusi quando basta informarsi un pochino. Oggi titolava "i Guardiani della Rivoluzione pronti a ricontare i voti". Ora, i Guardiani della Rivoluzione sono i "Pasdaran, mentre chi riconta i voti è il Consiglio dei Guardiani ("Showra-ye Negahban"). E' come confondere la Corte Costituzionale con la Digos.

Sempre sul fronte legale, ieri il responsabile del comitato di Moussavi per la verifica dei risultati elettorali ha illustrato dettagliatamente i punti sui quali si basa il ricorso presentato al Consiglio dei Guardiani. Insomma ha spiegato perché le elezioni sono da annullare. Inoltre è stata definita una proposta per la formazione di una commissione super-partes a garantire la correttezza di eventuali nuove elezioni.

Sulla strada:

Sono proseguite le manifestazioni di protesta un po' dappertutto. In questo momento la politica ufficiale del partito riformista è quella di cercare di evitare scontri di piazza, a dispetto delle aggressioni dei miliziani, basij, e squadristi in borghese che hanno già provocato svariati morti.

In particolare si parla con sempre più insistenza di un violentissimo attacco ai dormitori delle università di Teheran già domenica notte (che avrebbe provocato la dimissione in massa di 150 professori) e di Isfahan. L'attacco c'è sicuramente stato, ma le fonti studentesche appartenenti al riformista "ufficio per il rafforzamento dell'unità" parlano di otto morti di cui non si trovano nemmeno più i corpi. Il presidente del Majles, il parlamento, ha ordinato un'approfondita inchiesta, a conferma delle crepe ormai molto nette all'interno delle istituzioni.

Oramai è chiaro che si è evitato un massacro in piazza Vali Asr. I conservatori, sapendo di una manifestazione organizzata dai riformisti, avevano convocato una loro contromanifestazione con la chiara intenzione di provocare uno scontro. I riformisti si sono accorti per tempo della trappola e si sono spostati in piazza Vanak evitando di entrare in contatto ma passando vicino agli uffici dell'ente radiotelevisivo.

Media:

Sulla contromanifestazione dei conservatori a Vali Asr avrei qualcosa da dire. Mi pare molto strano che in tutto il web ci sia solo una foto che riprende piazza Vali Asr da molto in alto. Nessun video amatoriale col telefonino, nessuna foto da dentro. Confesso che ho il sospetto che in realtà non vi fosse nessuna manifestazione ma solo un mucchio di squadristi armati.

Comunque l'aspetto più propriamente mediatico di questa crisi, e il netto vantaggio dei riformisti nell'accesso ai "new media" nonostante ogni sforzo di filtraggio, sarà affrontato in un nuovo post.

Tutti a pregare:

La notizia è stata data per prima da www.peiknet.com. A volte Peiknet sembra riportare notizie senza fonti né fondamento, ma che poi magicamente si avverano. Non capisco se è una fonte di informazione o quasi una centrale operativa, e questo accavallarsi dei ruoli in un'atmosfera semi-rivoluzionaria è di per sé meritevole di approfondimento.

Ieri scriveva che "l'onda verde" [i manifestanti legati al riformista Moussavi, nda] vuole recarsi in massa, in una milionata di persone, alla preghiera del venerdì. Certo non sarà possibile sparare sulla folla in preghiera.

A parte il fatto che sarà la preghiera del venerdì che avrà più successo negli ultimi 30 anni, e che metà dei manifestanti dovrà ripassare i gesti se conosco bene i ragazzi di Teheran, oggi la notizia sembra confermata. Il che molto probabilmente impedirà a Khamenei di presenziare come "Emam Jom'eh" (Emam del Venerdì, che guida la preghiera collettiva), per evitare imbarazzanti contestazioni.

Nel frattempo per la quinta notte sono proseguiti gli "Allahu Akbar" dai tetti delle case in tutto il paese. Ne accenna anche Repubblica. La cosa va vista non tanto nell'ottica di chi sta sopra i tetti, ma di chi sta sotto. Immaginate di aggirarvi armati a pattugliare le strade e i vicoli di una città, mentre dall'alto arriva un tuono continuo, costante, ritmato. Immaginatelo, e avete solo una pallida idea di cosa deve aver provato un abitante di Costantinopoli la notte prima dell'attacco finale dei turchi.

L'effetto psicologico è devastante, ed è nettissima la sensazione che ti trovi dalla parte sbagliata dell'universo.

Alla prossima.

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