La gente del 1979 e la gente del 2009
Febbraio 1979
Nel febbraio 1979 vivevo a Tabriz, ero studente. Il 12 febbraio la gente si era riversata per le strade, dava fuoco ai cinema che non erano ancora stati dati alle fiamme, e assediava quelle caserme della polizia che ancora non credevano alla resa del regime a Teheran e resistevano. A quei tempi non avevamo cellulari, internet e youtube. Non c'era la possibilità di dare eco mondiale immediata alle scene drammatiche della rivoluzione.
Centro città. In piazza Shahnaz, oggi piazza Shariati, c'era una gran folla arrabbiata che urlava slogan in persiano e in turco. Tutt'a un tratto in un angolo della strada si notò una certa agitazione, ma c'era tantissima gente e non si capiva cosa stesse succedendo. Alla fine di bocca in bocca s'è capito che avevano acciuffato un agente della SAVAK.
Si sentiva qualche voce gridare "utur! utur!" ["lascialo andare!" in turco - Tabriz è turcofona ndt]. Dopo alcuni minuti s'è visto un giovanotto salire su un albero, era inverno e gli alberi erano spogli. Qualcuno dal basso gli ha tirato una corda, e il giovanotto fece passare la corda tra i due rami più robusti dell'albero. Poco s'è visto un corpo issato sull'albero per i piedi, completamente nudo e le braccia a penzoloni.
Il corpo era livido, e sul volto non si notavano segni di vita. Si sentiva gente gridate "gli sta bene, è della SAVAK, quel maledetto"! Qualcun altro, nauseato, si allontanò dalla scena. Ma la faccenda andò oltre. A un certo punto qualcuno gli infilò un bastone tra le natiche, e dalla folla iniziarono ad arrivare pietre che colpivano il cadavere.
Ricordo di non aver visto neppure una donna tra la folla. Fui particolarmente disturbato da questa scena e, ancora adesso a 30 anni di distanza, la porto stampata nella mente. Più tardi venni a sapere che il corpo era stato tirato giù, legato a un'autovettura, trascinato per le strade e fatto a pezzi. Il giorno dopo sul quotidiano "Mahde Azadi" di Tabriz campeggiava in prima pagina la foto del corpo appeso, con la didascalia "esecuzione rivoluzionaria".
Dicembre 2009
Non sono stato testimone oculare di questa seconda scena. In una delle foto e video caricati su internet si vede un agente della repressione circondato dalla folla arrabbiata. Rischia di essere linciato.
Ma si vede un numero maggiore di persone che si frappongono tra quelli più arrabbiati e l'agente. E si sente altissimo il coro "lascialo stare! lascialo stare!". Così l'agente si salva. In questa scena la voce delle donne è preponderante, e ci sono diverse scene del genere salvate su youtube.
Nel febbraio del 1979 le voci che dicevano "lascialo stare" erano pochissime, ed erano sommerse dal coro "uccidetelo!". Nel dicembre del 2009 le voci delle donne e quelle che chiedono "lascialo stare" sono le più forti. C'è di che essere ottimisti.
Nel febbraio 1979 vivevo a Tabriz, ero studente. Il 12 febbraio la gente si era riversata per le strade, dava fuoco ai cinema che non erano ancora stati dati alle fiamme, e assediava quelle caserme della polizia che ancora non credevano alla resa del regime a Teheran e resistevano. A quei tempi non avevamo cellulari, internet e youtube. Non c'era la possibilità di dare eco mondiale immediata alle scene drammatiche della rivoluzione.
Centro città. In piazza Shahnaz, oggi piazza Shariati, c'era una gran folla arrabbiata che urlava slogan in persiano e in turco. Tutt'a un tratto in un angolo della strada si notò una certa agitazione, ma c'era tantissima gente e non si capiva cosa stesse succedendo. Alla fine di bocca in bocca s'è capito che avevano acciuffato un agente della SAVAK.
Si sentiva qualche voce gridare "utur! utur!" ["lascialo andare!" in turco - Tabriz è turcofona ndt]. Dopo alcuni minuti s'è visto un giovanotto salire su un albero, era inverno e gli alberi erano spogli. Qualcuno dal basso gli ha tirato una corda, e il giovanotto fece passare la corda tra i due rami più robusti dell'albero. Poco s'è visto un corpo issato sull'albero per i piedi, completamente nudo e le braccia a penzoloni.
Il corpo era livido, e sul volto non si notavano segni di vita. Si sentiva gente gridate "gli sta bene, è della SAVAK, quel maledetto"! Qualcun altro, nauseato, si allontanò dalla scena. Ma la faccenda andò oltre. A un certo punto qualcuno gli infilò un bastone tra le natiche, e dalla folla iniziarono ad arrivare pietre che colpivano il cadavere.
Ricordo di non aver visto neppure una donna tra la folla. Fui particolarmente disturbato da questa scena e, ancora adesso a 30 anni di distanza, la porto stampata nella mente. Più tardi venni a sapere che il corpo era stato tirato giù, legato a un'autovettura, trascinato per le strade e fatto a pezzi. Il giorno dopo sul quotidiano "Mahde Azadi" di Tabriz campeggiava in prima pagina la foto del corpo appeso, con la didascalia "esecuzione rivoluzionaria".
Dicembre 2009
Non sono stato testimone oculare di questa seconda scena. In una delle foto e video caricati su internet si vede un agente della repressione circondato dalla folla arrabbiata. Rischia di essere linciato.
Ma si vede un numero maggiore di persone che si frappongono tra quelli più arrabbiati e l'agente. E si sente altissimo il coro "lascialo stare! lascialo stare!". Così l'agente si salva. In questa scena la voce delle donne è preponderante, e ci sono diverse scene del genere salvate su youtube.
Nel febbraio del 1979 le voci che dicevano "lascialo stare" erano pochissime, ed erano sommerse dal coro "uccidetelo!". Nel dicembre del 2009 le voci delle donne e quelle che chiedono "lascialo stare" sono le più forti. C'è di che essere ottimisti.
Chiaramente il dopo sara meglio con un popolo giovane, istruito e con tanta voglia gi cambiare le cose.. Ma meglio come? A mia conoscenza i 'verdi' sone d'accordo che le cose debbano cambiare ma non c'e "intesa" sul tipo di cambio voluto.
RispondiEliminaCome sempre grazie per quello che fai.
Malek
La mia sensazione è che i verdi stiano tentando di catalizzare tutto il dissenso, anche nella parte che non gli "compete" politicamente.
RispondiEliminaQuesto, data la situazione e l'obiettivo, è ragionevole. E difatti in questo momento i verdi hanno militanti atei e militanti profondamente religiosi, ad esempio. E gli uni stanno molto attenti a non offendere la sensibilità degli altri.
E' probabile che "dopo" tutto questa questa base non possa essere mantenuta, ma non è necessariamente un limite. L'importante è trovare un accordo di fondo. Il concetto di base dovrebbe essere questo: l'evoluzione sociale è inarrestabile, cerchiamo di non farlo diventare tragico.
C'è un bellissimo articolo di Ezzatollah Sahabi http://snipr.com/tz412 che in parte risponde al problema che poni.
Notare che non tutti i commenti sono favorevoli, ma quella è la linea del movimento e difficilmente devierà per "colpa propria".
Certo se il regime iniziasse a impiccare e fare stragi su vasta scala la situazione potrebbe cambiare...