lunedì 20 settembre 2010

C'è modo e modo


Si può essere a favore o contro la legge francese che vieta il burqa. Il problema è motivare la propria posizione in modo intelligente. Cominciamo col negare gli argomenti pro e contro più popolari.

1) I Burqa è una tradizione:

Risposta diretta: balle. Il burqa è politica.

Risposta articolata: e allora? La storia è piena di tradizioni che nascono, cambiano, muoiono. Ciò accade non perché lo decide dio o la natura, ma perché differenti forze sociali interagiscono anche violentemente, e da quest'interazione viene fuori ciò che è l'etica, gli usi e le leggi di una società. Spesso questa dinamica è frutto dell'incontro-scontro tra diverse società e diverse concezioni di etica.

Nel 1945 l'imperatore giapponese smise di essere dio grazie alla costituzione imposta da McArthur. Oggi a distanza di 70 anni probabilmente a nessuno verrebbe in mente di tornare alla vecchia tradizione. Che si fa? Si può dare un giudizio morale su questa cosa? McArthur è "cattivo" perché non ha tenuto conto della tradizione giapponese? Oppure bisogna semplicemente prenderne atto?

In Iran nel 1925 una campagna di propaganda modernista, iniziata per volere del re Reza Khan Pahlavi e alternata a sufficienti dosi di repressione, impone alle donne di togliere il velo islamico integrale. Prima il velo era tradizione, ma nel 1975 è del tutto normale vedere donne vestite con la moda europea degli anni settanta.

Poi nel 1980 l'Ayatollah Khomeini - come già ebbi modo di scrivere - mise in piedi una campagna propagandistica e repressiva di segno opposto. Alla fine alle donne, che nel frattempo lavoravano ed erano vestite come le pareva, venne imposto almeno il floulard e il mantello. Quale tradizione avreste difeso in Iran? Quella del 1925 o quella del 1980?

Il velinismo, il machismo, l'uxoricidio, la maggiore empatia verso un criminale furbo anziché verso la sua vittima (considerata un povero fesso), persino la mafia e la camorra: tutta questa roba può essere considerata "tradizionale" nella società italiana. Che si fa, la si preserva come la mozzarella D.O.P.?

Dire che una cosa è tradizione, in sé, non significa e non giustifica una beata ceppa. Punto.

2) Bisogna proibire il burqa per motivi di sicurezza:

Argomento decisamente di retroguardia. Perché, se fosse garantita la sicurezza sarebbe da preservare? Basta che sono al sicuro io e che si fotta il mondo?

Sotto-argomento: fa paura ai miei bambini. Beh, bello mio, fai il tuo dovere di genitore e spiega al bambino che quella si mette in un sacco per lo stesso motivo per cui tu hai battezzato lui: facevate entrambi ciò che eravate convinti vi stesse chiedendo Dio. O più onestamente: a entrambi lo impone il vostro vivere sociale, e dato per accertato questo non vi siete più posti il problema se fosse giusto o sbagliato.

Vedrai che tuo figlio non è stupido quanto ami credere.

Concludendo:

L'unico tipo di argomentazione che io accetto è quella che ha a che fare con la libertà individuale.

Accetto che si dica che la legge francese colpisce la libertà personale di chi ama portare il burqa, ritenendo che in fondo si tratta solo di un capo di abbigliamento un po' strano, come la cresta viola per un punk.

Come accetto che si dica che il velo integrale non può essere frutto di una scelta libera ma solo di una manipolazione: che il velo cioè è la materializzazione del dominio dell'uomo sulla donna, e pertanto non può essere altro che illiberale nemmeno quando chi lo porta si dice d'accordo.

Poi, una volta motivato con argomenti sensati, ciascuno sceglie la propria posizione. Io scelgo la seconda.

8 commenti:

  1. Si può aggiungere (anzi, secondo te ha una base sensata) che il vietare il burqa rischia di non toglierlo a nessuna donna, e che anzi quella minima libertà di circolazione che avevano potrebbe venire meno, finendo sepolte vive in casa?

    Insomma, un argomento un po' pratico, come lo sono alcuni riguardo all'aborto o alla droga (legalizziamoli in modo da ridurre gli effetti nefasti della clandestinità).
    Che ne pensi?

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  2. Scelgo pur io la seconda. E @Lopo il tuo è una argomento decisivo.

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  3. E' vero che l'islamofobia in Europa ha prodotto un islamismo di ritorno nella seconda e terza generazione di immigrati. Una conversione di natura prettamente politica, di reazione.

    Un esempio estremo è stata la Bosnia, dove in tempi di pace quasi tutti erano musulmani di nome ma sono tornati ad essere praticanti solo quando i serbi hanno cominciato ad ucciderli in quanto musulmani.

    Più spesso nell'europa occidentale non si è trattato di un'islamofobia cosciente (non fino all'11/09/2001 almeno). Piuttosto di un insieme di atteggiamenti personali, culturali, mediatici, che sottintendevano implicitamente la "superiorità culturale" dell'occidente rispetto alla cultura di provenienza dei nonni del ragazzo algerino-francese o pakistano-inglese. Alla lunga a suon di sentirtelo dire magari ti scassi i cabbasisi e diventi davvero musulmano e in qualche misura integralista.

    Faccio presente che il persorso è estremamente simile al rigetto dell'integrazione ebraica in Europa, anche dopo che l'antisemitismo religioso aveva perso le sue basi: ai tempi dell'Affaire Dreyfus la Francia era laicissima, praticamente quanto lo è oggi, ma continuava ad essere antisemita il che di fatto impedisce l'integrazione.

    Va però detto che nelle donne questo islamismo di ritorno difficilmente si materializza nella scelta del burqa: dato che si tratta di giovani donne europee, emancipate e in genere istruite, si limitano al foulard. In altre parole ho impressione che in Francia abbiano semplicemente vietato di mangiare sassi, nel senso che la legge contro il burqa ha comunque pochissime applicazioni.

    Notizia di ieri: ennesima scuola materna in cui le mamme si lamentano per il velo integrale di una marocchina. Si presenta il marito che è un imam, e parla con i genitori e il preside: propone che la moglie faccia vedere tutto il volto, che in fondo per la sua interpretazione di shar'ia va bene lo stesso. Genitori e preside accettano volentieri e finisce tutto a tarallucci e kebab.

    Sono felicissimo ma mi chiedo: siamo sicuri di aver emancipato quella donna? Direi di no visto che ha dovuto chiedere il permesso al marito. Ma sono anche conscio del fatto che probabilmente qualunque alternativa era peggiore.

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  4. al parlamento francese il dibattito non e mai salito a questi livelli di analisi. O si schierava per la liberta delle donne musulmane costrette al burqa o contro l'islamofobia del governo. Lo scieramento partigiano e la disicplina di voto hanno fatto il resto.Nei media il dibattito era peggio.

    Malek.

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  5. Lo immagino. Non credo sinceramente che raggiungano gli abissi di ottusa perversione dei nostri parlamentari ma comunque quello è il genere.

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  6. Credere in una religione è già di per se una manipolazione.

    Allora bisognerebbe imporre ai cristiani praticanti di trombare prima del matrimonio, perchè è salutare (e magari ti aiuta a capire se ti piace la persona con cui hai deciso di stare).

    Non si può portare il livello di analisi della libertà personale di scelta sull'aspetto "ma è una scelta manipolata". Certo che si! Pure i preti si sfogano coi bambini per scelte manipolate in prima istanza, e poi obbligate. Con questo ragionamento, i preti non dovrebbero esistere: chi sarebbe il deficente che rinuncia al sesso?

    Allora dico: è proprio vero che NESSUNA donna lo indosserebbe il Burqa? Anche ad un livello di convinzione estremo (cosa nella quale non ci è consentito intrometterci)?
    Se anche una sola donna, invasata a dovere, scegliesse di indossarlo, NESSUNO dovrebbe avere il diritto di vietarlo.

    La gente è convinta di tante assurdità: cominciamo a dire a tutti che sono sbagliate o ce la prendiamo solo col burqa?

    L'ipocrisia non mi piace, io scelgo la prima.

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  7. @Beverast
    Mi dai l'occasione di approfondire questa questione con un post separato. Ciao!

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  8. Mi fa molto piacere, al prossimo post allora :D

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