mercoledì 4 novembre 2009

4 novembre, giornata dello studente

Tra le varie ricorrenze celebrate il 4 novembre in Iran, ve n'è anche una che commemora un sanguinoso massacro.

Il 4 novembre del 1978 alcune centinaia di studenti delle medie superiori di Teheran si radunarono di fronte all'università per manifestare contro il regime dello Shah. Ma le porte dell'università rimasero chiuse: una squadra di polizia si trovava stabilmente dentro l'edificio e non fece aprire i cancelli.

L'ateneo fu presto circondato dall'esercito che intimò agli studenti di disperdersi. Questi rifiutarono, e vennero presi di mira dal fuoco diretto dei soldati. Morirono decine di ragazzi dell'età compresa tra i 13 e i 18 anni. Da allora il 4 novembre, il 13 di "Aban" del calendario solare persiano, è la giornata nazionale dello studente.

Alla diffusione della notizia del massacro il ministro dell'istruzione si dimise in nottata, e il governo di Sharif Emami cadde l'indomani. Lo Shah nominò premier il generale Azhari e tirò avanti ancora per un anno.

Oggi, per la prima volta dagli eventi di giugno, in diverse scuole superiori si sono viste manifestazioni spontanee contro il regime: i pasdaran hanno cercato di "arruolare" gli studenti per mettere in scena una partecipazione popolare pro-regime per la manifestazione di domani, e in molti casi si sarebbero trovati di fronte al rifiuto più o meno rumoroso dei ragazzi con tanto di slogan.

Un blogger scrive che nella sua scuola, una scuola maschile della zona due di Teheran, si erano presentati dei bassij con delle fasce da legare intorno alla fronte. Le fasce erano verdi, ma con sopra scritto "Khamenei Leader". I ragazzi allora hanno legato i nastri tra di loro in modo che non si vedessero le scritte e hanno inscenato una marcia portandosi in giro per il cortile questo serpentone verde, gridando slogan a favore di Mousavi e Karroubi.

Il video qui sotto riguarderebbe questa scuola. La qualità è stata abbassata per evitare il riconoscimento dei ragazzi. Il preside, non potendo riportare la calma, ha dovuto chiamare la polizia.

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