martedì 6 ottobre 2009

La meglio gioventù - 1


E' iniziato l'anno scolastico. Il clima nelle scuole e nelle università è molto caldo e teso, come facilmente si può immaginare.

Tra oggi e domani tradurrò due articoli, il primo dei quali circola per email, e il secondo presente su un sito. Si tratta di due circolari diciamo così "organizzative" degli studenti universitari, volte a rafforzare la coesione interna e rendere più efficiente il coordinamento delle iniziative di lotta.

Ciò che traspare molto chiaramente è la maturità politica del movimento verde, e la sua grande flessibilità tattica. Soprattutto nella sua avanguardia, rappresentata, appunto, dagli studenti.

Il movimento studentesco nella nuova fase

(...) Nella nostra storia recente l'università e il movimento studentesco hanno costantemente preceduto la società di un passo. Questo ruolo non è casuale: da un lato esso discende dell'idealismo giovanile, e dall'altro dal vivere a contatto con le conquiste della modernità.

Anche nello scenario politico attuale, in seno al movimento verde, gli studenti possono giocare un ruolo d'avanguardia e precedere di un passo le richieste politiche della società, proponendo temi che verranno poi fatti propri dall'intero movimento.

Contemporaneamente va tenuto presente che, se l'avanguardia si spingesse troppo in là, ciò produrrebbe fatamente uno scollamento tra il movimento studentesco ed il popolo. In particolare bisogna prestare attenzione ad alcuni punti:

1) L'università è il luogo ideale per organizzare in modo efficiente le forze in lotta contro il governo golpista. Gli studenti possono formare gruppi di alcune decine di persone per operare nella propria università, e formare poi una rete (sulla base amicizie dirette o legami di parentela tra singoli membri) con i gruppi operanti in altre università.

La massa degli universitari non deve aspettare che siano alcuni compagni - riconosciuti in passato come politicamente attivi - ad organizzare il gran numero di studenti neopoliticizzati. Allo stesso modo i gruppi di lotta storici non devono aspettarsi che le masse studentesche si facciano automaticamente inquadrare nelle loro organizzazioni.

Anzitutto le organizzazioni storiche non hanno le risorse per poter operare in questo modo. Inoltre la struttura del movimento verde, per come si è evoluta fino ad oggi, è una rete non gerarchica, complessa e flessibile, operante in base al principio di "ogni combattente un leader". Tutto questo non si concilia con la struttura piramidale delle organizzazioni esistenti (...).

2) La rete dei gruppi di lotta, una volta operativa, può similmente stabilire contatti con altre reti esterne, come il movimento femminile, il movimento operaio, i movimenti etnici, insegnanti e studenti delle superiori, etc.

Non è sufficiente ad esempio concordare una manifestazione nel bazar, o in una fabbrica. Bisogna prima di tutto contattare conoscenti interni, chiarire gli obiettivi politici del movimento, e preparare il terreno con slogan, manifesti e tazebao per attirare più simpatizzanti possibili. Ed è solo a quel punto che si possono tentare azioni come una manifestazione o uno sciopero.

3) Nella situazione attuale, per il movimento studentesco è prioritaria la protezione di due gruppi sociali.

Il primo gruppo è quello dei professori e degli impiegati delle università, cioè le fasce fisicamente più vicine al movimento. Gli studenti devono difendere i professori e gli impiegati vicini al movimento e creare un'atmosfera pesante per i venduti al regime, ricorrendo al boicottaggio, alla contestazione e alla derisione. Ovviamente le tattiche possono essere diverse in ciascuna università e sarà compito dei compagni trovare quella adatta.

Il secondo gruppo è quello degli studenti delle superiori. Gli studenti universitari possono restare in contatto con quelli delle superiori attraverso la solita rete di conoscenti e consanguinei, e coordinare insieme azioni come già detto in precedenza.

4) Il regime cercherà di ristabilire il controllo facendo pressione sugli attivisti dei gruppi storici. Gli attivisti noti e le loro organizzazioni devono prestare la massima attenzione ad alcuni punti. Primo: devono assolutamente allontanare da sé qualunque tentazione di stabilire un'egemonia ideologica ed organizzativa sulla massa degli studenti.

Secondo: certamente nelle situazioni critiche essi devono essere presenti in prima persona, come hanno sempre fatto in questi anni. Tuttavia nella maggior parte delle occasioni essi dovranno lasciare la scena ai nuovi e coraggiosi attivisti, da poco entrati nell'università o comunque poco attivi in precedenza. (...)

5) Il ruolo delle università libere [non statali, ndt] è di primaria importanza, a causa della loro diffusione sul territorio nazionale e del numero elevatissimo di studenti iscritti. (...) I compagni delle università statali, più che in precedenza, dovranno dare copertura mediatica alle iniziative di lotta nelle università libere favorendo una maggiore attenzione della società nei loro confronti.

6) Parte della pianificazione certamente riguarderà la massiccia presenza studentesca nelle grandi manifestazioni popolari quando si presenterà l'occasione. Tuttavia si possono pianificare in modo efficace anche dimostrazioni-lampo fuori dall'università. Ad esempio coordiandosi con gli studenti delle superiori nell'ora di chiusura delle scuole.

7) Ormai è chiaro che gli studenti bassij sono il principale organo di repressione poliziesca nelle università. Soprattutto da quando la loro organizzazione è stata direttamente inquadrata nell'Arma, essi hanno perso completamente qualunque parvenza residua di spontaneismo.

Alcuni di loro hanno picchiato, ucciso la gente nelle strade, torturato prigionieri. Li dobbiamo affrontare come affrontiamo i mercenari del regime nella società: col più completo isolamento. In questo modo sarà loro chiaro che non hanno posto in mezzo al popolo, e inoltre ridurremo al minimo la loro danno come spie.

(diffuso via mail il 06/10/2009)

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