sabato 3 luglio 2010

Scetticismo


"Quando il governo controlla tutte le fonti di informazione, in linea di principio non bisogna credere a nessuna notizia" (Dr. Ali Shariati - nella foto).

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In Iran i media hanno dato molta enfasi alla notizia della condanna a morte di alcuni secondini responsabili di massacri e degli stupri consumatisi nel centro di detenzione di Kahrizak. Il fatto è avvenuto l'anno scorso in queste giornate e se n'è parlato anche qui.

Ne è seguita un'inchiesta parlamentare e la commissione ha ordinato alla corte suprema di processare i responsabili. La commissione parlamentare aveva infatti stabilito il diretto coinvolgimento dell'ex procuratore di Teheran (Mortazavi, nella foto a sinistra) e altri responsabili di alto livello. Mortazavi era già noto alle cronache occidentali per aver personalmente violentato e ucciso in carcere Zahra Kazemi - cittadina irano-canadese - durante un interrogatorio nel 2003.

Ora a sentire le agenzie iraniane ci sarebbe stato un processo e delle condanne per i fatti di Kahrizak. Condanne a morte addirittura. E i giornali più vicini al governo ne danno uno spin del tipo "che grande e giusto paese che siamo". Ma sono segreti, nell'ordine: i nomi dei giudici, i nomi dei condannati, i nomi degli avvocati, il luogo in cui si è svolto il processo, gli atti processuali, e la data stabilita per l'esecuzione della condanna.

In altre parole magari domani impiccano due tagliagole di quelli senza distintivo e dicono che erano i secondini condannati. E' ovvio che una notizia del genere ha solo l'obiettivo di cercare di rinserrare le file "interne" del regime, messe a dura prova. Nessuno ne sarà convinto. Persino chi se ne dirà convinto saprà che si tratta di un falso, ma farà finta di crederci per disciplina di partito.

Insomma in Iran sono abituati a non dare peso a notizie del genere. Ma, se domani l'ANSA la batte come notizia ufficiale, in campana. Il che ci riporta alla citazione del Dr. Shariati.

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