venerdì 11 giugno 2010

Il caso Neda: esempio di giornalismo ai tempi del web 2.0



Chissà se qualcuno capirà questa foto. Più probabile un vecchietto come me. Gli altri li lascio divertire a indovinare.

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Arash Hejazi è un medico e scrittore, diventato famoso perché filmò col suo cellulare gli ultimi istanti di vita di Neda Aghasoltan. Nel suo blog commenta oggi un reportage video su questo episodio tragico, uscito a un anno di distanza e trasmesso dalla rete nazionale iraniana.

Traduco il suo commento. Nell'articolo si riferisce spesso a se stesso in terza persona. Ne risulta una prosa piacevole, distaccata e divertita ma anche aggressiva e impietosa.

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Stasera la rete nazionale ha trasmesso un documentario dal titolo "incrocio" a proposito della morte di Neda Aghasoltan. A mio parere si tratta di un evento positivo e notevole.

Il primo giorno dopo la morte di Neda dissero che il mio filmato era falso e che Neda Aghasoltan si trovava in Grecia.

Poi dissero che un giornalista della BBC aveva inscenato il tutto per fare in modo che Neda venisse uccisa e dunque filmare l'evento.

Poi ancora l'ambasciatore della Repubblica Islamica in Messico disse che "la pallottola rinvenuta nella testa di Neda non è del tipo in dotazione in Iran!" [Neda Aghasoltan era stata colpita al cuore - ndt].

Poi il signor Zarghami [direttore della TV iraniana - ndt] ha di nuovo detto che il filmato era falso.

A questo punto si è fatto vivo il povero disgraziato chiamato Arash Hejazi che si trovava lì sulla scena. Non riuscendo più a sopportare tutta questa massa di menzogne, ha detto che il filmato non era affatto falso e che Neda era morta davanti ai suoi occhi. Poi disse che la gente sulla scena aveva preso il corpo della ragazza e lo aveva caricato su una Peugeot 206 per portarla in ospedale, ma era troppo tardi perché era già morta. Infine disse anche che, dopo che la macchina si era allontanata, la gente era riuscita ad arrestare un tizio grande e grosso e coi baffoni che urlava "non la volevo ammazzare". Gli avevano tolto la camicia e requisito il distintivo [foto a destra] dal quale si scopriva che l'agente fermato faceva parte del corpo dei Bassij e che si chiamava Abbas Kargar Javid.

A quel punto il capo della polizia - il comandante Ahmadi Moghaddam - disse che l'intera faccenda era un complotto e che del complotto fa parte lo stesso Hejazi, che è ricercato dall'Interpol.

L'Interpol ha subito dichiarato che Hejazi non è ricercato e le autorità iraniane dicono il falso. Al che il comandante Moghaddam disse che non aveva mai detto che era ricercato dall'Interpol e che questo lo hanno inventato i giornali.

Una quindicina di giorni dopo cominciarono ad apparire in rete il distintivo di Abbas Kargar Javid e anche un filmato che lo ritraeva senza la camicia mentre si allontanava in mezzo alla gente [nel filmato la gente lo sta insultando e sembra davvero un miracolo che non lo abbiano linciato sul posto, nel 1978 sarebbe morto - ndt]. Il filmato confermava la versione di Hejazi il quale, visto il distintivo, riconosceva Kargar come l'agente fermato dalla folla dopo la morte di Neda.

La risposta ufficiale è stata che Hejazi mente, che il distintivo è falso ed è stato costruito con photoshop.

Poi le sorelle del corpo femminile dei Bassij si sono presentate davanti all'ambasciata britannica inscenando una manifestazione "spontanea", a chiedere che Hejazi venisse espulso dal Regno Unito ed estradato in Iran. E che ci penseranno loro poi a farlo confessare in modo altrettanto "spontaneo". Ovviamente per questa manifestazione non è stata necessaria alcuna autorizzazione della prefettura...

Nel frattempo il ministero della cultura ha revocato alla casa editrice Karvan [appartenete a Hejazi - ndt] l'autorizzazione a pubblicare, e revocato anche il permesso alla ristampa dei libri già pubblicati, mettendo sulla strada 22 impiegati che così imparano a lavorare per certa gente. Lo stesso Hejazi è stato più volte minacciato di morte.

Ma i lorsignori non erano ancora soddisfatti. Il video di Neda e la testimonianza di Hejazi avevano avuto delle conseguenze, e tutto il mondo ormai guardava torvo la Repubblica Islamica.

Hanno perciò girato un documentario "spontaneo" e lo hanno trasmesso su press-tv, dicendo che la faccenda è andata così: Arash Hejazi e la vittima erano un commando di spie straniere. Neda si è versata il sangue sul volto usando una pompetta, così la gente ha pensato che era stata colpita da un proiettile. Poi quando sono saliti sulla 206 Hejazi ha ucciso Neda, complice anche l'autista.

Purtroppo per gli autori del documentario, poco dopo usciva un filmato montato dalla HBO in cui per la prima volta si vedeva la gente che metteva il corpo di Neda nell'auto, e Arash Hejazi non era sulla scena! [i minuti tra 4:41 e 5:03 - ndt].

Gli amici del Ministero dell'Informazione si arrabbiarono tantissimo con Arash Hejazi. Ma perché non è salito in macchina? Avrebbe dovuto essere lì a ucciderla! Adesso gliela faremo vedere. E così hanno prodotto questo documentario, "incrocio", dove mi accusano di essere un cattivo medico. Se fosse stato un bravo medico - dicono - sarebbe salito sull'auto con la ragazza colpita, così il nostro scenario precedente sarebbe stato credibile. Ora dobbiamo rifare tutto da capo!

Nel nuovo documentario non fanno nemmeno più cenno al documentario precedente, si vede che quello era saltato fuori "spontaneamente" dal cestello della press-tv! Ma il nuovo documentario è estremamente interessante, perché il governo accetta e conferma diverse cose:

1) Neda è stata veramente uccisa e non si trova in Grecia.

2) Il filmato della sua uccisione non è falso.

3) Neda è stata davvero colpita sul luogo del filmato, non faceva parte di un complotto e non teneva in mano una pompetta.

4) Arash Hejazi non è il suo assassino.

5) Diversamente da quanto affermò l'ambasciatore in Messico, Neda non è stata colpita alla testa. Anzi, non è stata nemmeno ritrovata la pallottola.

6) Più importante di tutto: Abbas Kargar Javid esiste. Quel giorno era sulla scena ("spontaneamente" perché era disarmato e non operativo) e ha anche preso un sacco di botte dalla gente. Ma visto che il signor Kargar afferma che era disarmato, e che giura di non centrare nulla, allora dice sicuramente la verità. Quindi non c'è bisogno di aprire un'inchiesta.

Si tratta comunque di un grosso passo in avanti che dimostra una cosa molto importante. Da una parte abbiamo il racconto di Arash Hejazi, e dall'altra il racconto del governo iraniano. Il governo iraniano ha cambiato diverse volte la sua versione, mentre Hejazi da sempre dice la stessa cosa e col passare dei giorni il suo racconto ha trovato conferme oggettive.

Da una parte c'è Arash Hejazi che dal testimoniare sull'omicidio di un'innocente non ha ottenuto nulla se non una coscienza pulita. Anzi ha perso tutto: la sicurezza, il lavoro, ha dovuto rifugiarsi all'estero, e non riesce nemmeno più a vedere la sua famiglia. Ma ha sempre confermato la sua versione e non ha fatto un passo indietro.

Dall'altra parte c'è il governo iraniano che ha perso ogni residua rispettabilità internazionale proprio con il martirio di Neda e la testimonianza di Hejazi, e ha cercato di inventare menzogne e disinformazione con lo scopo di salvare il salvabile.

Non è importante che dimostrino che io sono un cattivo medico, non ho mai detto di essere un buon medico. Che differenza farebbe? L'importante è che è stata uccisa una ragazza innocente. I suoi assassini passo dopo passo sono caduti nelle trappole che loro stessi avevano preparato, e più si agitano, e più vanno a fondo.

Gli assassini hanno complottato, così anche Dio ha complottato contro di loro, e Dio è il più bravo a complottare [cit. Corano - sura di Al-Umran - versetto 54 - ndt].

4 commenti:

  1. grazie. chi é l'altra foto?

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  2. "Se fossi stato un bravo medico - dicono - saresti salito sull'auto con la ragazza colpita, così il nostro scenario precedente sarebbe stato credibile. Ora dobbiamo rifare tutto da capo!"

    Esilarante!! Non sono tanto vecchietto ma la ragazza di sinistra dovrebbe essere Giorgiana Masi, giusto?

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  3. Giorgiana Masi. Uccisa diciannovenne da un poliziotto in borghese a Roma, nel 1977, durante una manifestazione.

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  4. Link per abji
    http://it.wikipedia.org/wiki/Giorgiana_Masi

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